L’adolescenza è una questione di cervello

è tutta una questione di cervello

Autore: Indira Marcella Valdameri

20/06/2023

L’adolescenza è una questione di cervello

e se tuo figlio adolescente è chiuso in un bozzolo inaccessibile ha tutte le ragioni per farlo!

 

Eh, sì, e non prenderlo come un giudizio su di te o sulla tua difficoltà o impossibilità a penetrare quel bozzolo.

L’adolescenza è quel periodo in cui, come per le farfalle e altri animali, si ha una trasformazione totale, una metamorfosi che merita un certo qual isolamento dalla vita svolta fino a quel momento.

Non chiederti dove è finito quel delizioso bambino o quella gentile e affabile bambina: tuo figlio o tua figlia in questa fase inevitabile è un mutante. E non muta solo ciò che tu vedi – il fisico, il comportamento, il modo di pensare e di gestire le emozioni. La trasformazione è a livello cellulare.

 

L’adolescenza

 

L’avvio dell’adolescenza (preceduto dalla pubertà che per semplificare unifico in un unico periodo di transizione dalla fanciullezza all’età adulta) è genetico e tu non puoi farci nulla… nulla nulla in realtà no, ma lo vedremo più avanti.

Come ben sai, perché da lì ci sei passato anche tu ed è bene che te lo ricordi, durante l’adolescenza il fisico è in balia di onde ormonali gigantesche e imprevedibili come fulmini nella tempesta.

Compaiono peli, seni e pomi d’Adamo, mestruazioni e eiaculazioni, si allungano naso, collo, braccia e gambe, si cambia voce, pelle e forma del viso, compaiono i brufoli, si allargano i fianchi nelle femmine e si ingrossano i muscoli nei maschi… se fai sport sudi come mai hai sudato prima e quando sudi puzzi come non avevi mai puzzato prima… manca solo che spuntino le ali come alle farfalle o spariscano alcuni organi come le branchie nei girini.

Ma nella testa che non vediamo… cosa succede nella testa?

Nella testa avviene la più grande metamorfosi perché anche il cervello cambia, e lo fa radicalmente!

Non solo si modifica in modo globale ma è lì il luogo in cui si sviluppano e da cui partono tutti quegli impulsi metamorfici elencati poco fa.

Grande lavoro! Tanta roba, direbbe tuo figlio adolescente, e ci vuole molta energia.

“Sei senza cervello, ma dove hai il cervello, accendi il cervello…” ti è mai capitato di dirlo o di sentirlo?

Io sì, molte volte, così tante da essermi chiesta se un cervello l’avessi realmente e, in caso positivo, se funzionasse come avrebbe dovuto… risultato: ho creduto per tantissimo tempo di essere stupida e non all’altezza della situazione o delle aspettative degli adulti che amavo, che è ancor peggio, perdendo tantissime occasioni per godermi la vita e per evolvermi senza tutto quello sforzo.

 

Quindi dicevamo: il cervello.

 

Il cervello, in adolescenza, c’è, altro se c’è e, per lo sviluppo globale dell’individuo, è l’organo più coinvolto… è che a volte è proprio spento e altre volte è super impegnato in attività che noi adulti ce le sogniamo.

Ora, senza voler fare un’analisi o un trattato scientifico sul cervello, basta sapere che, oltre ad essere formato da due emisferi comunicanti tra loro, è strutturato in due macro aree (la corteccia cerebrale all’esterno e il sistema limbico all’interno).

Queste due macro aree sono a loro volta suddivise in diverse aree interconnesse tra loro:

  • la corteccia cerebrale (esterna) è formata da migliaia di milioni di neuroni (fra 86.000 e 100.000 milioni) specializzati nel generare e gestire i comportamenti più complessi come il linguaggio, il controllo del movimento, l’elaborazione e l’integrazione delle percezioni, l’empatia e molto altro;
  • il sistema limbico (interno) è invece formato da varie strutture e ghiandole che creano e regolamentano la memoria, le interazioni sociali, l’attenzione, la capacità di pianificare e di prendere decisioni, il senso di ricompensa e di piacere e, dulcis in fundo, le emozioni che stanno all’evoluzione e all’apprendimento come il cacio sui maccheroni.

Un computer super sofisticato, quindi, la cui cabina di pilotaggio (che durante l’adolescenza è per così dire in manutenzione) è nella parte esterna posta dietro la fronte (da cui il nome corteccia prefrontale).

Qui hanno sede tutte le funzioni esecutive cioè la gestione di tutti i processi cognitivi legati indissolubilmente al comportamento che, sì, maturano progressivamente nell’arco della vita ma, udite udite, la loro massima attivazione è proprio nel periodo dell’adolescenza.

 

Il Cervello dell’adolescente

 

Affinché tu comprenda bene la mole di lavoro che, inconsapevolmente, sta facendo tuo figlio ponendo le basi del suo successo futuro come adulto, vediamo brevemente le caratteristiche di queste funzioni esecutive così come le descrive David Bueno nel suo libro “il Cervello dell’adolescente”, Giunti Edizioni, Firenze, 2022:

  • Il controllo dell’attenzione: la capacità di concentrare volontariamente l’attenzione su un obiettivo, oggetto o attività tralasciando tutto ciò che possa interferire.
  • La memoria di lavoro o memoria a breve termine: un sistema che permette di mantenere e gestire informazioni in tempo reale, di classificarle e ordinarle stabilendo le priorità. È un sistema per riflettere, ragionare, pianificare e valutare argomentazioni quando si devono prendere decisioni, e a sua volta si nutre anche del controllo dell’attenzione.
  • La flessibilità cognitiva: la capacità mentale che permette di cambiare opinione rispetto a due concetti differenti, che consente di pensare a più cose contemporaneamente ricollegandosi alla capacità dinamica di prendere decisioni.

Per riassumere, le funzioni esecutive favoriscono lo sviluppo della cosiddetta intelligenza fluida, ossia la capacità di risolvere problemi mediante l’analisi delle situazioni e il ragionamento logico, e
di mettere in relazione ed estrapolare concetti in apparenza non collegati, aspetto che a sua volta si associa alla creatività. (…) Di conseguenza uno dei tanti punti di interesse dell’adolescenza è il potenziamento della capacità creativa.”.

Durante l’adolescenza, mentre il cervello prosegue la sua maturazione come il resto del corpo, la corteccia prefrontale s’ingrandisce e s’inspessisce notevolmente riorganizzandosi per creare e consolidare queste funzioni esecutive che, come hai visto, sono tutte collegate tra loro.

Il cervello è quindi impegnato a ottimizzare la sua cabina di pilotaggio creando nuovi milioni di connessioni neurali e lo fa seguendo in parte la genetica – che li influenza ma non la determina – e in parte l’esperienza di vita che invece è sostanziale e determinante (per questo non esistono due cervelli uguali, nemmeno tra i gemelli!).

Ne consegue che il corpo, l’ambiente e le relazioni sociali sono in stretta relazione con la capacità di creare nuove reti di connessione neurali che determineranno via via il modo di pensare e di agire di ognuno, in altre parole la propria identità individuale e la propria vita futura.

Ma non finisce qua: nel fare tutto ciò il cervello sceglie ciò che reputa di maggior utilità, compreso l’apprezzamento altrui e il piacere personale, e scarta tutto ciò che non reputa più idoneo o interessante condendo il tutto con la spinta ancestrale al cambiamento e col desiderio di novità e indipendenza.

Questo significa che l’adolescenza è il momento chiave per il consolidamento di tutte le attività e facoltà ed essendo il periodo di massimo sconvolgimento e riassestamento ha bisogno di grande energia creativa e di altrettanto riposo in cui metabolizzare tutto ciò che d’inedito è generato.

 

La trasformazione

 

Ed ecco qui quel bozzolo impenetrabile che tu non comprendi (o meglio non ricordi) ma che per tuo figlio o tua figlia è necessario!

Lui o lei, in questo periodo, sta cercando e creando la propria identità: chi è, cosa vuole, cosa farà da grande.

Si sta ponendo domande esistenziali come cos’è la vita, l’amore, la sessualità e molte altre fino a chiedersi chi sono io o chi è Dio e… esiste?

Per farlo ha bisogno che tu ci sia e che lo ami incondizionatamente ma, contemporaneamente, che tu sparisca per non essere condizionato.

Il suo compito evolutivo, se così lo vogliamo vedere, è immaginare cose che tu non hai mai immaginato, inventare ciò che ancora non è stato inventato.

Tu non lo riconosci più e ti appare come un alieno o come uno zombie, ma lui sta creando nuove connessioni neurali attingendo dal proprio intuito e deve capire se può fidarsi o no di quell’intuito per cui, insieme al desiderio di diventare grande, lui o lei vive in uno stato d’ansia e d’incertezza costante che fatica o non sa gestire.

Ha sbalzi di umore repentini, se ti avvicini può metterti all’angolo con un solo sguardo, sta ore e ore chiuso nella sua camera in cui sembra appena finita un’epocale battaglia, che a te fa orrore ma per lui è naturale perché rispecchia la confusione che ha in testa.

In pratica sta vivendo il suo “big-bang”, sta inventando un futuro che ancora non c’è ed è per questo che a te appare un po’ folle o un ribelle… ciò che sta creando lui o lei tu e tutti noi non posiamo nemmeno sognarlo!

 

Che fare?

 

Come aiutarlo/a a crescere senza farsi troppo male o senza tappargli le ali? … Ricordi? sta creando la farfalla che è in lui o il lei.

Riguardo alla genetica, come detto all’inizio, non puoi farci nulla: come tu hai ereditato certi geni dai tuoi genitori, tuo figlio o tua figlia li eredita da te.

Riguardo, invece all’ambiente e alle relazioni puoi fare molto!

Quando, per esempio, ti propone un’idea che ti appare stupida o insensata, forse è perché il suo cervello sta stabilendo qualche nuova e inaspettata connessione.

Se l’idea è realmente insensata aiutalo a riflettere ma non metterlo mai in ridicolo e tantomeno non rimproverarlo perché ciò che registrerà il suo cervello è “stabilire nuove connessioni non serve a nulla, quindi meglio non farlo” col risultato che involontariamente stai limitando l’espansione delle sue reti neurali e stai tappando le ali alla sua creatività. Quindi occhio, fai molta attenzione!

Crescere in un contesto di paura, imposizioni e stress costante o farlo in un ambiente che stimola creatività, resilienza e piacere di esplorare genera connessioni neurali molto differenti e quindi
cervelli e individui differenti: inclini alla depressione, all’impulsività o all’arroganza, nel primo caso per esempio, o all’ottimismo, alla curiosità, alla fiducia in se stessi nel secondo.

 

Ora chiediti:

 

  • Che ambiente creo nella mia famiglia? 
  • So accogliere mio figlio, amarlo e indirizzarlo senza pretendere che debba essere come voglio io?
  • So essere autorevole senza imporgli il mio punto di vista?
  • So invitarlo alla condivisione e lo so ascoltare quando lo fa?
  • Gli concedo di argomentare, di esprimersi, di sbagliare?

Sbagliare è umano ed è uno dei modi per imparare.

Nell’adolescenza errori e tentativi sono necessari perché permettono ai giovani di consolidare la propria identità, coerente con le proprie capacità e desideri e allo stesso tempo flessibile e
adattabile.

Etichettare un adolescente per un errore che ha commesso o per un tentativo andato male è la cosa peggiore da fare perché limita la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti.

Tuo figlio/a vuole arrivare a essere se stesso/a ma non sa ancora come riuscirci, sii compassionevole e insegnagli ad accettare i suoi errori e a imparare da essi, non a punirsi perché per quanto voglia atteggiarsi ad adulto, questo è il periodo in cui è più fragile e vulnerabile.

Lo dice anche il Comitato per i Diritti dei Bambini dell’ONU:

L’adolescenza è una fase di vita caratterizzata dalla crescita di opportunità, capacità, aspirazioni, energia e creatività, ma anche da una significativa vulnerabilità.

 

Per cui, cosa fare per penetrare quel bozzolo?

 

Ama tuo figlio/a, rispettalo, invitalo alla condivisione ma non pretenderla mai e armati di tanta, tanta, tantissima pazienza!

  • Non prendere sul personale il suo atteggiamento strafottente o il suo bisogno di isolamento. Sì, è vero, tu in questo momento puoi essere visto come il massimo nemico ma, in realtà, non sta lottando contro di te in particolare ma contro uno status quo che lui o lei sente stretto e limitante perché il suo posto è il futuro.
  • Trova il modo di creare un ambiente sano, aperto al dialogo e alla riflessione, che apprezzi i suoi vari tentativi di individualizzazione.
  • Contemporaneamente non dargliele vinte tutte e, soprattutto, non farti paladino delle sue battaglie, non sostituirti a lui nelle difficoltà che può incontrare.
  • Insegnagli invece a discernere fra le sue o altrui responsabilità e ad affrontare autonomamente le proprie paure e frustrazioni.

In questo modo nel suo cervello si creeranno connessioni in certe aree cerebrali piuttosto che in altre sviluppando coraggio, determinazione e fiducia piuttosto che insicurezza, ribellione e ansia.

Trova il modo di comunicargli apprezzamento in ciò che fa e offrigli continui stimoli.

Un cervello ben stimolato crea connessioni flessibili e sviluppa maggior capacità creativa e resilienza.

Uscirà mai da quel bozzolo?

Uscirà, uscirà, ma lo farà da solo quando la metamorfosi sarà compiuta, quando si sentirà sicuro e riconosciuto come adulto da se stesso, da te e da chi gli sta intorno.

 

Vuoi approfondire?

 

  • Conoscere le varie tappe dell’evoluzione dalla nascita all’adelescenza?
  • Capire come e perché si crea una certa personalità e gli errori da non fare?
  • Come agire affinché tuo figlio o tua figlia non perda il contatto con la sua parte più autentica dotata di molteplici qualità come Gioia, Volontà, Fiducia, Coraggio, Amore e molte altre?

Dai un’occhiata al percorso Pane Amore e Consapevolezza alla fine del quale avrai acquisito maggior sicurezza e autorevolezza nel sostenere tuo figlio o tua figlia a diventare grande, resiliente ed emotivamente maturo.

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